Non ho parole. Tutto troppo improvviso e la perdita è ingente, la sofferenza da morale diventa fisica, fa star male nel corpo, peno perché so che non ci saranno più discorsi né incontri, grigliate o risate, racconti di ieri e sul domani, ricordi di vissuti insieme. Nulla. La morte porta via tutto e resta un rievocare in solitudine senza l’amico di sempre. L’amico della condivisione delle gioie e dei dolori, l’amico del saper cogliere l’altro, quello spazio del “tra “che fa vedere l’oltre. E con te tua moglie, che hai raggiunto e con cui stai dietro ad un muretto ancora fresco di calce.

Non ho parole. Neppure per tuo figlio che ha perso il padre e non ha neppure più l’amico, perché hai saputo diventare l’amico del figlio adulto dando un grande esempio per tutti quei genitori che si nascondono dietro il “ai miei tempi”. Vivevi il tuo tempo, vivevi nel tempo presente ed hai sempre saputo interpretarlo, cercato di conoscerlo, di commentarlo per chiarire per te e per noi tutti ciò che sapevi cogliere negli anfratti del dire altrui. 

Hai posto la laicità come responsabilità totale di se stessi, sia etica che estetica. L’autenticità ti è stata più cara di una coerenza apparente dei gesti, in quanto quella è verso te stesso, l’altra nella percezione altrui e ciò non ti è mai bastato, nella vita privata come nella pubblica, neanche a alti costi personali. 

Con eleganza ti sei mosso in un mondo che non è stato generoso con te, che non ha riconosciuto il tuo elargire attenzione e disponibilità, un mondo di scaltri che ha approfittato della tua onestà morale non solo formale come per tanti altri.

Con grande signorilità hai affrontato prove amare senza perdere mai gentilezza e magnanimità. Hai avuto ed hai mostrato la tua classe di vero gentiluomo e come un gentiluomo te ne sei andato “all’inglese” in punta di piedi, senza disturbare, senza creare angosce a chi ti sta accanto, come se avessi scelto la morte più serena in contrappunto alla tormentata sofferenza di tua moglie. 

Ciao amico caro e ciao amica mia, ancora insieme come sempre nella vita, l’una accanto all’altro.

Nell’immagine: Giorgio Morandi, Natura morta, 1956 – Olio su tela – Museo Morandi, Bologna

In morte di un amico caro
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