Brecce Burn (particolare), Marco Stefanelli

Il punto culminante della vita è la comprensione della vita e significa averne colto il bagliore. Santajana

Psicoterapia di coppia

Amore, matrimonio, coppia: la relazione affettiva. Tra l’incanto dell’amore eterno e il disincanto della precarietà dei rapporti si aggroviglia la sofferenza delle persone.

Si continua a desiderare e richiedere l’amore eterno, il solo-tu-sempre-tu, nella continua condivisone del fare insieme, senza lasciare quello spazio vitale per l’amore che è fatto di desiderio. La relazione è sempre più contratta e chiusa, non si lascia margine per la fantasia. 

Il noi significa uno+uno, significa non perdere l’individualità nella fusionalità che tutto mescola senza differenziazione. 

Al noi indifferenziato si pretende molto, il tutto-sempre-insieme comporta un abdicare inconsapevole alle proprie intenzioni per quelle comuni. Ma quando si arriva a pretendere qualcosa individualmente, lo reclama l’uno richiedendolo all’altro ed emergono bisogni psicologici soggettivi difficilmente condivisi. 

La coppia entra in crisi. 

Il matrimonio, o la partnership, non è più regolamentato dall’assenso o dal dissenso sociale, in quanto è sufficiente il vincolo affettivo per mantenere la coppia, e quando viene meno la coppia scoppia 

Il peso del conflitto e la crisi sentimentale hanno un’eco profonda nella psiche e provocano un dolore grande, è uno strappo, una lacerazione angosciosa.

Questi conflitti si manifestano in varie forme: confusione, apatia e depressione, ansia e agitazione, producendo sintomi quali attacchi di panico, disturbi dell’alimentazione o della sfera sessuale, del sonno o dell’umore, fobie e ossessioni.  

Quando ricevo una coppia in studio ricerco la quantità dei motivi e la qualità delle possibilità per stare insieme. Invito a ricercare la tenerezza e la reciproca stima, ad avvicinarsi con gesti piccoli di affetto, ad affrontare i problemi minori prima dei più grandi per addestrarsi a superare i conflitti, a cercare un tempo solamente per il noi che consiste nel fare attenzione ai dettagli dell’altro.

 A volte le aspettative disattese soffocano i sentimenti ancora vivi, sono troppo feriti per accogliere quelle emozioni e parlarne, troppo arrabbiati per ascoltare l’eco di ciò che avrebbero potuto essere. Il dialogo è fatto di accuse, le azioni sono ripicche in un crescendo che impedisce qualsiasi dialogo. 

Lo psicoterapeuta diventa il mediatore tra queste istanze, ascolta, favorisce nuove modalità di comunicazione: quando emergono i primi momenti positivi si rallentano le sessioni per dare tempo alla riorganizzazione di una nuova corrispondenza. La coppia si ricostruisce nel tenere conto della avvenuta evoluzione attraverso la psicoterapia e può spontaneamente iniziare a conversare, non scambiarsi informazioni ed uscire dal vuoto di senso in cui era caduta

Ma: se non affiora la possibilità di proseguire in coppia, l’obiettivo, specie se ci sono dei figli, è di separarsi con amore, non rinnegare ciò che è stato, essere coscienti del cambiamento avvenuto. 

Proprio in nome di quell’amore antico, consapevoli che rabbia e delusione e accuse non aiutano nessuno e feriscono inutilmente i figli, si può iniziare un nuovo segmento di vita.

Spesso il modo più efficace di affrontare il disagio e la sofferenza che accompagnano questi sintomi è scegliere di intraprendere una riflessione e una ricerca su se stessi e sulla propria collocazione nel mondo. L’accettazione della fine di un progetto di vita è complesso e doloroso, il supporto psicoterapeutico può aiutare nella ricerca di nuovi spazi individuali.

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