Un anno faticoso, lento: così ho occupato i mesi anche con questo progetto e inizio il nuovo anno con nuovi appuntamenti social.
Abbiamo vissuto, e stiamo ancora vivendo, un tempo sospeso tra un ieri ed un domani simili: chiusi in casa o limitati nelle uscite. Superato l’entusiasmo dei video e degli aperiskype ci si sente imbottigliati, peggio che in coda in autostrada!
In casa ci si schiaccia i piedi l’un l’altro, emergono antichi rancori che non possono essere diluiti allontanandosi e l’uso degli smartphone diventa un abuso come unica finestra sul mondo degli amici.
Ma possono scattare gelosie insensate, controlli non immaginabili e paure assurde: l’ansia cresce.
Non sempre e non tutti riescono a costruirsi uno spazio di benessere, anche solo su di una poltrona, per leggere, pensare, progettare: andare oltre e pensare ad altro.
Due paroline, quindi, per non sentirsi imbottigliati: lo so che non si possono fare progetti per il fine settimana, ma pensiamo a oltre, oltre la pandemia, e ideiamo altro, perché il mondo non finisce qui.
Anche se per tante, troppe persone il mondo è finito lì, con affetti strappati via brutalmente e l’anima ne è straziata.
Anche se tantissime persone hanno alleviato la nostra solitudine portandoci a casa le scatole che contengono la realizzazione di un desiderio.
Anche se un eccessivo numero di persone scalpita pensandosi in gabbia ma a volte la gabbia difende permettendo di guardare…
Poi.
Pensiamo all’uso ampio che è stato fatto del web in questi mesi. Per alcuni è stata una gradevole novità, “meno male che esiste!” Per altri uno straripamento nel tempo libero del tempo dedicato al lavoro con la scusa del “tanto sei lì…”.
Per questo mi interessa aprire una argomentazione sull’uso del digitale.
Abbiamo online i musei, le mostre d’arte, i concerti, la Scala, il teatro e il cinema che ora passa programmato “fuori sala”.
In ciascuna di queste proposte possiamo vedere solamente ciò che ci fanno vedere sempre nella stessa direzione e non girando i nostri occhi fuori, oltre il video, cioè con la nostra visone sull’evento. Arrivano dati che non sono la realtà bensì la rappresentazione della realtà.
Allora cosa manca? La mancanza della vita reale.
Non si vive di sole immagini anche se da sempre si è immersi nelle immagini, si vive soprattutto di sensazioni fatte di odori, tatto, sapori, di caldo e di freddo… proviamo a vivere senza, e ancora ci si può chiedere: cosa ci manca? La vita reale!